Stefano Accorsi e il suo lato femminile: “Ecco come mi ha segnato l’imprinting è di mia madre”
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È la prima volta che Stefano Accorsi si cimenta con un personaggio realmente esistito del calibro dell’inventore e scienziato Guglielmo Marconi. L’attore è protagonista della miniserie Marconi - l’uomo che ha connesso il mondo di Lucio Pellegrini, su Rai 1 in prima serata il 20 e 21 maggio. Il viaggio, in occasione dei 150 anni dalla nascita, è nella vita dell’inventore della radio, tra biopic e spy story.
“Mi è capitato una volta di interpretare il giovane Casanova (era il 2002 ndr), ma un genio incredibile come Marconi mai”, ci dice l’attore, “la sua storia è qualcosa di stupefacente. E' interessante riscoprirlo, perché il padre della radio è molto più noto che conosciuto. Fin da giovanissimo era convinto che grazie alle onde magnetiche si potessero trasmettere dati. E aveva ragione”, racconta Accorsi. “Nel 1901 ha effettuato la prima trasmissione transoceanica della storia diventando uno degli uomini più influenti della Terra. Vinse il premio Nobel per la Fisica nel 1909, e poi dall’Inghilterra ritornò in Italia, affascinato dal modernismo del fascismo. Torna e continua a investire nella scienza. Ma qui si scontra con il potere che gli chiede un’arma di distruzione di massa. Marconi si pone dei problemi morali quando l’ingerenza del potere interviene sulla libertà della ricerca. ‘La scienza dev’essere libera’, sosteneva”.
“Mi è capitato una volta di interpretare il giovane Casanova (era il 2002 ndr), ma un genio incredibile come Marconi mai”, ci dice l’attore, “la sua storia è qualcosa di stupefacente. E' interessante riscoprirlo, perché il padre della radio è molto più noto che conosciuto. Fin da giovanissimo era convinto che grazie alle onde magnetiche si potessero trasmettere dati. E aveva ragione”, racconta Accorsi. “Nel 1901 ha effettuato la prima trasmissione transoceanica della storia diventando uno degli uomini più influenti della Terra. Vinse il premio Nobel per la Fisica nel 1909, e poi dall’Inghilterra ritornò in Italia, affascinato dal modernismo del fascismo. Torna e continua a investire nella scienza. Ma qui si scontra con il potere che gli chiede un’arma di distruzione di massa. Marconi si pone dei problemi morali quando l’ingerenza del potere interviene sulla libertà della ricerca. ‘La scienza dev’essere libera’, sosteneva”.