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Sergio Castellitto: “Ai miei figli ho insegnato l’indipendenza mentale. In casa? Si deve parlare solo di Federer, ma Djokovic...”

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“Penso che il calcio in Italia, dopo l’esclusione ai recenti Europei, è l’unica cosa che va peggio del cinema”. Sergio Castellitto, ospite al Taormina Film Festival, parla a ruota libera, e come al solito non ama mai sottrarsi. Protagonista di una serata speciale dedicata ad un film in particolare, ripresentato in una versione inedita e prodigiosa Chi lo sa? di Jacques Rivette, che è stato, lo sottolinea, uno dei suoi grandi maestri, “insieme a Marco Ferreri ed Ettore Scola”. Da poco è entrato a far parte dell’Academy, l’organismo, il sistema per eccellenza, che ogni anno assegna gli Oscar, votati appunto da tutti i membri. Ora c’è anche lui. Un segno tangibile per una carriera da attore soprattutto, e poi regista (cadono i 20 anni peraltro del suo secondo film Non ti muovere) che lo hanno portato a confrontarsi non solo con la storia e i grandi personaggi, interpretando Enzo Ferrari, Don Milani, Padre Pio, Fausto Coppi, Aldo Moro, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, o Gabriele D’Annunzio, diventando oggi, più che mai, ora da nuovo Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, un esempio a cui guardare.
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